Interventi di salvaguardia dell’avifauna prioritaria
Committente: Riserva naturale/SIC/ZPS/Zona Ramsar Paludi di Ostiglia
Partner: Dipartimento Scienze Ambientali Università di Parma, Dipartimento Biologia Evolutiva e Funzionale Università di Parma, Gruppo di studi naturalistici NISORIA, Fabio Casale, Paquito Forster
Il contesto
Le Paludi di Ostiglia rappresentano una delle ultime testimonianze delle Valli Grandi Veronesi e Ostigliesi, un complesso palustre di oltre 30.000 ettari bonificato tra il 1860 e il 1970.
L’area protetta ha un’estensione di 123 ettari, 35 dei quali facenti parte della palude del Busatello, una zona umida a cavallo tra Lombardia e Veneto divenuta pensile rispetto alla campagna circostante a causa della subsidenza dei terreni bonificati. Qui ritroviamo habitat rari (canneti, cariceti e lamineti) che ospitano numerose specie animali e vegetali tutelate a livello nazionale ed europeo.
Il progetto LIFE-Natura
Per proteggere le preziose specie della palude l’Unione Europea, la Regione Lombardia e il Comune di Ostiglia hanno finanziato un progetto LIFE-Natura dell’importo complessivo di 611.000 Euro, realizzato tra il 2002 e il 2005, che ha avuto come obiettivi:
- la conservazione degli habitat palustri minacciati da fenomeni di interramento, carenza idrica e assenza di gestione della vegetazione elofitica che avevano innescato fenomeni di evoluzione ad ambienti xerici inidonei alle specie animali oggetto di tutela;
- la ricostituzione dell’habitat prioritario “Foresta alluvionale residua di Alnion glutinoso-incanae;
- consentire attività di fruizione didattica compatibili con le esigenze di conservazione.
Le azioni progettuali, coordinate dello Studio EURECO in collaborazione con prestigiosi partners del mondo della ricerca ambientale, sono stata numerose e diversificate.
Per quanto riguarda la conservazione degli habitat palustri, sono stati realizzati consistenti studi sulla qualità delle acque, la vegetazione e la fauna tutelata (Tarabuso, Airone rosso, Falco di Palude, Pagliarolo, Rana di Lataste e Testuggine di palude) che hanno condotto alla redazione di un Piano di gestione degli habitat e di Piani di azione per la fauna di importanza comunitaria. L’attività di indagine e monitoraggio ha inoltre consentito la redazione di un altro strumento fondamentale per la gestione della palude, vale a dire il Calendario annuale dei livelli idrici minimi vitali. Agli studi hanno fatto seguito interventi sugli habitat come il dragaggio di alcuni canali e lo sfalcio manuale di di superfici a canneto e cariceto.
La ricostituzione dell’habitat della “Foresta alluvionale residua di Alnion glutinoso-incanae” è stata realizzata su di un terreno agricolo di 3,4 ettari limitrofo alla palude, appositamente acquistato nell’ambito del progetto LIFE. Qui sono stati impiantati 2,5 ettari di bosco a prevalenza di Ontano nero e sono stati realizzati ex novo un prato umido e 4 piccoli stagni per la riproduzione della Rana di Lataste.
Numerose sono state le azioni finalizzate a migliorare la fruizione didattica dell’area protetta. Dalla realizzazione della prima altana di osservazione “accessibile a tutti” della provincia di Mantova, all’acquisto di binocoli e microscopi, di un piccolo trattore con trincia per lo sfalcio tempestivo dei percorsi, alla presenza di una guida naturalistica per tutta durata del progetto.
Vi sono infine state state numerose attività a carattere divulgativo come l’organizzazione di incontri pubblici con la comunità locale, la realizzazione del sito web dell’area protetta, la produzione di posters, depliants e adesivi, la pubblicazione di un volume di fine progetto illustrativo di tutte le attività svolte e le conoscenze acquisite – al titolo “Gestione delle zone umide e conservazione attiva della vegetazione palustre”, la partecipazione a convegni in Italia (Castiglion del Lago, Riserva naturale “Foce Isonzo – Isola della Cona”, Noto) e all’estero (Biosphärenreservat Schorfheide-Chorin – Germania, Vendres-Plage – Francia).
Di particolare rilievo per l’aspetto innovativo della tematica nel nostro paese, è stata la ricerca di un mezzo meccanico per lo sfalcio e la rimozione della vegetazione elofitica (canna e carica) a partire dalla verifica diretta di analoghe esperienze condotte in provincia di Bolzano, Svizzera, Francia e Inghilterra.
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